mercoledì 17 luglio 2013

turismo natura- trekking, montanga,fiumi e silenzio

Sono cinque i grandi polmoni naturali dell’ isola da oriente ad occidente, cui si aggiungono le numerose riserve naturali, settantasette perle incastonate tra mare, boschi d’ alta quota e zone umide, un ingente patrimonio scientifico e paesaggistico, dagli inizi degli anni 90 sottratto al degrado ambientale. Deve la sua notorietà ed il suo appeal al più grande vulcano attivo d’Europa il parco dell' Etna. Meno conosciuto è il parco dei Nebrodi contiguo al parco fluviale dell' Alcantara, non lontano dalla costa tirrenica. Alle porte dell’ area metropolitana di Palermo inizia la fascia di pre-parco delle Madonie, che in vetta, sul monte S. Salvatore, diventano brulle e selvagge, crocevia di endemismi botanici tra i due continenti. Ultimo nato, il parco dei Monti Sicani con la Valle del fiume Sosio, forse il meno noto ai siciliani stessi, che racchiude anche i monti di Palazzo Adriano, un paesaggio rurale di colline coltivate, borghi e castelli medievali, anfratti rocciosi coperti da boschi e da macchia mediterranea solcati in inverno da fiumi e torrenti. Il viaggio tra i parchi siciliani regala immagini e panorami sorprendenti, a seconda delle stagioni, dell’ altitudine, dei suoli e della vegetazione, così diversi e ricchi. Un patrimonio di alberi monumentali da guinness, grazie all’ esistenza dei parchi, è oggi protetto. Sono castagni secolari, il più noto è quello detto dei cento cavalli di S. Alfio alle pendici del vulcano. Ma non è raro ammirare anche querce, cerri e faggi di straordinarie dimensioni, che vivono indisturbati sulle alture montane più remote. Un susseguirsi di panorami mozzafiato regala la valle del fiume Alcantara, modellata dall' incontro tra acqua e fuoco e scavata nei secoli dalla forza del fiume, dove resiste una vegetazione fluviale ormai rara che si mischia a fichidindia, frutteti e oliveti lavorati dall’ uomo. Un paradiso per chi ama l’ avventura ed il rafting. Il parco naturale ha sede nella piccola Francavilla di Sicilia, il più grande dei dodici centri montani. Boschi innevati sino a marzo e piste da sci con paesaggi nordici. E’questo il lungo inverno dell’ Etna, il vulcano attivo più alto d' Europa, che tocca i 3000 metri ed offre foreste di betulle, faggi e castagni, mentre le colline degradanti verso il mare sono ricoperte da vigneti e frutteti di immenso pregio. La sede del parco si trova a Nicolosi sul versante nord del vulcanio, ma numerosi e tutti animati sono i paesi che fanno da corona alla grande montagna. Il parco dei Nebrodi si snoda lungo la costa tirrenica. Una Sicilia verdissima, dagli spazi immensi dove sono tornati a volare le aquile ed i grifoni. Paesaggi rurali e culture antichissime legate al lavoro della terra, all’allevamento del bestiame ed all’ uso antico del legname e dei boschi. Pastori, carbonai, allevatori di cavalli, artigiani della ceramica e della pietra abitano nei borghi antichissimi dell’area del parco dei Nebrodi, dove le donne si tramandano l’arte, altrove già scomparsa, della tessitura al telaio. Al parco si può accedere da più direzioni: da S.Agata di Militello, da Acquedolci, da Cesarò o da Caronia. Colline coltivate ad ulivo e montagne coperte da querce da sughero, frassino e macchia mediterranea si snodano senza interruzione lungo la dorsale delle Madonie, che ha sede nella splendida Petralia Sottana. Un parco ben antropizzato con borghi che conservano grandi tesori d’ arte sacra, dove resiste ancora la coltivazione antica del grano, la pastorizia e le attività ad essa connesse. Senza per questo nascondere angoli di natura pura e selvaggia in quota, attorno ai monti delle Quacelle, grande anfiteatro dolomitico regno degli ultimi Abies nebrodensis, relitto vegetale dell’ ultima glaciazione. Ma lo spettacolo della natura non smette di stupire nelle molte riserve naturali ed aree attrezzate gestite dall’ Azienda Foreste demaniali siciliana. Dalle province interne di Enna e Caltanissetta, a quelle costiere dell’ agrigentino e lungo la costa trapanese dove laghi, pantani, saline, grotte, fiumi e vallate regalano angoli di natura protetta dove non arriva il turismo motorizzato e di massa. Impossibile descriverle tutte. Per chi si avventura su sentieri silenziosi, a volte impervi, si aprono scenari mozzafiato: è il caso dei pantani di Vendicari, delle Cave del Cassibile, della valle dell’Anapo o delle dune ricoperte in primavera da vegetazione semi-arida alle foci dei fiumi Irminio e Belice. Nella Sicilia occidentale resistono agli incendi ed agli assalti del cemento le riserve dello Zingaro, le Saline di Trapani e di Paceco, le isole dello Stagnone di Marsala, il monte Cofano. Paradisi naturali isolati, e per questo meglio conservati, si ritrovano invece nelle isole minori siciliane: sono il monte Fossa delle Felci sulle alture dell’ isola di Salina alle Eolie, i boschi naturali che ricoprono l’ isola di Marettimo, il paesaggio vulcanico a terrazze di Pantelleria. Un capitolo a sé meriterebbe lo spettacolo dello Stromboli, vulcano attivo con la sua sciara del fuoco da ammirare alle prime luci dell’ alba, che attira centinaia di alpinisti da tutta Europa. Le aree marine protette. Il quadro non sarebbe completo senza l’ istituzione più recente delle Aree Marine Protette, che hanno inglobato molte riserve già esistenti, estendendo i vincoli di tutela integrale alle coste ed ai fondali, garantendo così la protezione di ambienti vitali per la biodiversità e per il patrimonio ittico, a partire dalle preziose praterie di Posidonia oceanica. Prima in Europa a lanciare un messaggio per la tutela del mare e dei suoi tesori sommersi è stata la piccola Ustica a poche miglia dalla costa di Palermo. Ma sottratte all’ eccessiva pressione del cemento e del turismo sono ormai gran parte delle isole Egadi, dove Marettimo costituisce un vero santuario protetto, e la piccola Levanzo, teatro di battaglie navali dell’ antichità, i cui tesori tutelati giacciono ancora sui fondali. Scenari africani e fondali dalla limpidezza unica, insieme ad un patrimonio di fauna sottomarina sorprendente si concentrano nelle isole Pelagie, isole d’altomare, nel canale di Sicilia. Lampedusa e Linosa, con il piccolo scoglio di Lampione sono l’ ultimo lembo d’ Italia: su queste spiagge protette è tornata a nidificare la tartaruga Caretta caretta grazie al lungo lavoro degli ambientalisti, mentre in primavera le balenottere tornano a solcare il mare lampedusano. Attorno alle città di Palermo, Siracusa ed Acireale sono nate altrettante Aree Marine Protette. Capo Gallo ed Isola delle Femmine, alle porte del capoluogo, regalano un’ oasi di silenzio e natura tra montagna, litorale e fondali ancora in buone condizioni. Il Plemmirio e la penisola della Maddalena, superata la foce del siracusano fiume Ciane, costituiscono un’ oasi di mare pulito a disposizione di appassionati di snorkeling ed attività per le scuole, coinvolte in progetti di fruizione ambientale per non vedenti e portatori di handicap all’ avanguardia in Europa. Monumenti di roccia lavica da ammirare, alle porte della città di Catania, sono gli scogli dei Ciclopi, i mitici faraglioni di verghiana memoria di fronte al borgo di Aci Trezza, tra la mole dell’ Etna ed il blu dello Ionio. Un paesaggio costiero lavico di mitica memoria.

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