mercoledì 17 luglio 2013

Alla scoperta di parchi e antichi reperti

INTRODUZIONE

Nella posizione  geografica di ponte tra l’ Europa e l’ Africa  sta, secondo gli storici, la spiegazione   degli eventi storici e culturali di cui la Sicilia è stata nel suo passato protagonista.
La  vastità, il clima, la diversità del territorio ora impervio ora fertile, hanno fatto sì che l’ uomo sia giunto sull’isola 300.000 anni fa. Di quell’epoca esistono ancora oggi tracce visibili nelle eleganti pitture rupestri della grotta del Genovese a Levanzo, isole Egadi, oppure nelle grotte dell'Addaura, ai piedi del monte Pellegrino  a Palermo, mentre l’ arte della navigazione sin dall'età preistorica si delinea nei graffiti della grotta dell’Uzzo a Castellamare (TP). Dal Neolitico in poi, i segni della storia sono rimasti indelebili sulla pietra, sulla ceramica, nelle città e nelle necropoli, a documentare le prime attività umane dalla caccia, alla pesca, all’agricoltura sino alla costruzione di armi in metallo.  Un viaggio nel tempo  attraverso Elimi,  Siculi, Sicani, Fenici, Morgeti, greci e romani.

I Grandi Parchi Archeologici

L' impatto con la fiorente  civiltà delle colonie greche in Sicilia, risalente al VIII sec. AC,  lo si avverte decisamente più chiaro arrivando  dopo 'imbrunire nella Valle dei Templi di Agrigento, oggi un vasto parco archeologico che conserva intatti il tempio  della Concordia, il tempio di Giove, quello di Era e quello di Zeus Olimpo, affiancato dai Telamoni, giganti di pietra di oltre sette metri d' altezza. Imponenti testimoni del tempo, oggi i templi sono perfettamente illuminati. L' antica Akragas, fondata dai coloni di Gela, sorgeva su un' area fortificata di 450 ettari che inglobava le colline e la rupe atenea.

L' espansione greca porto' in breve alla nascita di grandi colonie come Naxos,Siracusa, Messina,Lentini,Megara Iblea, Milazzo ,Gela, Acre( Palazzolo Acreide SR) Himera, Selinunte ed Agrigento appunto. E' molto probabile che insieme ai coloni, dalle coste greche giunsero anche gli artisti, a giustificare una produzione ceramica di stile orientaleggiante che si fuse con quella già esistente.  Segesta(TP) fu fondata dagli Elimi nel V sec.   attorno al monte Barbaro ed in breve divenne con Entella  ed Erice il più ricco emporio commerciale dell'epoca.  Ne è testimonianza la vasta area archeologica attorno al tempio dorico, con il teatro ed il santuario di Mango rinvenuto di recente, circondato da poderose mura  e forse collegato ad Erice per il culto della Venere.
Sul monte Jato, nel palermitano, di recente gli archeologi hanno riportato alla luce le testimonianze dei fiorenti contatti tra Elimi e popolazioni fenicio-puniche. Mozia o S Pantaleo,l' isola nelle acque dello Stagnone di Trapani divenne, insieme a Solunto, il centro dei traffici e dell'egemonia  fenicia nel Mediterraneo dopo il tracollo miceneo. Ne sono testimonianza i molti reperti oggi conservati nel nuovo museo intitolato a Giuseppe Withaker sull'isola. Che di recente ha restituito anche le più antiche tracce di vitigni mai coltivati e vinificati sull' isola.
 Ma sono forse i teatri classici in Sicilia  la migliore testimonianza della vitalità artistica e sociale dell'antichità. Il più grande e noto oggi  per le sue attività artistiche, resta quello di Siracusa risalente al V sec. poi ricostruito da Gerone II, che edificò anche il possente Castello Eurialo a difesa di Ortigia  contro le incursioni dei cartaginesi. Attorno al teatro si sviluppa l' antica Neapolis, un itinerario di grande fascino con le Latomie, cioè le cave dell'epoca  e l' orecchio di Dioniso.
Selinunte, considerata la roccaforte dorica in Sicilia, è forse uno dei più ampi parchi archeologici del Mediterraneo con i suoi 270 ettari dall'acropoli al mare. Le rovine dell'antica città giacciono avvolte dal mistero dei secoli, ed hanno un fascino ineguagliabile con colonne, timpani decorati, vestigia dei templi in parte ricostruiti successivamente. Il più grande di templi di tutta l' antichità greca rimase incompiuto a causa  della distruzione della città ad opera dei cartaginesi. Lo dimostrano le stesse colonne scavate e abbandonate nelle vicine Cave di Cusa.
Imera, non distante dalla fenicia Solunto ben nascosta  tra le alture del  monte Catalfano, sorgeva invece su di un pianoro attraversato da due fiumi davanti al mare di Termini Imerese, dove  una coalizione di agrigentini e siracusani sconfisse la flotta cartaginese. Poco  o nulla resta oggi del tempio della Vittoria inglobato dalle case, mentre ricchissimo di anfore e reperti  è l' antiquarium con la necropoli  rinvenuta sulla collina.
Un discorso a parte merita il grande parco archeologico in corso di realizzazione in provincia di Enna tra la Villa del Casale di Piazza Armerina e Morgantina. Destinati a diventare un unico itinerario  per i visitatori, l' antica città dei morgeti  e la villa romana, tra le maggiori espressioni  di epoca tardo romana imperiale, saranno collegati con il piccolo abitato di Aidone. Qui, negli spazi del piccolo museo archeologico è esposta  insieme ad uno straordinario  corredo di argenti, la celebre Venere, la statua restituita alla Sicilia dal Paul Getty Museum cui era stata venduta.  La visita del sito di Morgantina lascia a bocca aperta per il suo intatto  impianto urbanistico ellenico, perfettamente leggibile  nei resti del mercato, delle abitazioni a mosaico, del teatro  restaurato e collegato all'agorà da scale. I mosaici della villa Romana del Casale  sono stati finalmente sottoposti ad un definitivo restauro che ne ha scongiurato il depauperamento e li ha riportati al loro splendore. Oggi sono ben protetti ed  illuminati  sotto la nuova copertura in legno,  valorizzati  grazie ad un percorso interno di grande fascino che ruota attorno al peristilio quadrangolare con una vasca che fa pensare alla presenza di un giardino, il cuore pulsante della villa.

I tesori nascosti negli antiquarium


Il viaggio nella Sicilia antica non si esaurisce certo  con la visita dei principali  siti archeologici  e dei grandi musei, il Paolo Orsi di Siracusa ed il Salinas di Palermo, il museo della Valle dei templi, solo per citare i più noti. Molti sono i tesori nascosti nei centri minori.
 Meno frequentata è la spettacolare  necropoli  di Pantalica, incassata nella valle dell' Anapo in provincia di Ragusa, che richiede almeno una giornata di trekking, testimonianza grandiosa delle civiltà preistoriche e dell'età del bronzo, con le sue tipiche sepolture a camera, che si ritrovano anche nella vicina Thapsos nei pressi di Augusta (CT).
Lipari, Panarea  e Filicudi nelle isole Eolie, continuano a restituire importanti reperti delle civiltà preistoriche dell'ossidiana e di epoca greco-romana, come testimonia il museo archeologico di Lipari  intitolato allo studioso Bernabò Brea, con la sezione dedicata ai reperti subacquei rinvenuti sui fondali  dell'arcipelago. Ma anche l' isola di  Pantelleria, la fenicia Cossyra, dove fiorì la civiltà antichissima dei sesi, attira esperti e curiosi, per la necropoli di Mursia  e per la bellezza delle teste  marmoree di epoca imperiale rinvenute sopra il centro abitato. Esposte in questi anni  in giro per l' Europa,sono destinate a ritornare  nel castello Barbacane sull'isola.
Di epoca tardo romana è invece la splendida villa del Tellaro con i suoi mosaici, a pochi minuti dall' area archeologica sulla foce del fiume Eloro, nei pressi di Noto (SR). Altrettanto ampia e completa documentazione dell'epoca romana in Sicilia, la  si ritrova nel piccolo museo civico di Centuripe, in provincia di Enna, che racchiude reperti provenienti dagli scavi degli Augustali, tra cui una testa  monumentale in marmo di Adriano, così come nel poco conosciuto museo archeologico alle porte di Caltanissetta, che raccoglie le prime testimonianze di civiltà dai centri  sorti a difesa del  fiume Salso, Gibil Gabib e Sabucina.
E mentre si continua a scavare attorno all'odierna Marsala per rinvenire i resti dell'antica Lylibeo, e nelle acque attorno a Mozia, sempre più accoglienti si presentano i  piccoli  musei del trapanese, come il Baglio Anselmi che conserva l' esemplare unico di  nave punica rinvenuta nello Stagnone. Una visita vale il vicino museo  civico di Castelvetrano, per ammirare l' Efebo di Selinunte  dalla storia molto tormentata, oltre a collezioni di ceramica attica.  Nel museo civico di Salemi, all'interno del  settecentesco Collegio dei Gesuiti, sono ben esposti  i reperti rinvenuti  sul territorio.
Anche i litorali del ragusano e dell'agrigentino restituiscono reperti greco-romani, a testimonianza della grande vitalità  commerciale delle città costiere: sono i siti di Camarina ( RG) con il suo antiquarium,  o la splendida Eraclea Minoa (AG) che si erge sul capo Bianco  in posizione difensiva contro gli attacchi provenienti dal mare. Non meno suggestiva per posizione è  la greca Tyndaris(ME) con il suo teatro all'interno dell'area archeologica, baluardo difensivo aperto sul golfo di Milazzo,l'antica Mylai, dove si rinvengono ancora  oggi vasi e corredi dalle necropoli attorno all' antico nucleo del castello. Nelle vicinanze, ancora resti di residenze  di epoca romana a Patti, con la vasta area archeologica e la villa con i mosaici che, come altrove del resto,  attendono un sollecito restauro.
 





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